Sulla spiaggia non servono gli ultras ma le regole


La stagione estiva si avvicina, si pensa al mare, alla spiaggia e al tutto il connesso. In primis portiamo a casa la pelle perchè il pericolo è sempre dietro l’angolo, e poi possiamo pensare di fare un tuffo ma nel massimo della sicurezza e tutela della salute nostra e di chi vogliamo bene.

Ho letto e sentito proposte e articoli, tra cui quelli di Ennio Cavaliere e Christian De Juliis, da una parte una buona proposta e dall’altro la difesa di un diritto sacrosanto qual’è la libertà e la gratuità per la fruizione dell’arenile.

Il momento è delicato e pensandoci bene l’orientamento di far gestire, in questa fase di pericolo, le spiagge ai titolari dei lidi non è una idea campata per aria.

Se gli chalet allargassero il loro campo di azione, mettendo a disposizione dei residenti posti riservati, gratuiti ed in grado di far rispettare le distanze di sicurezza, oltre che la fornitura di tutti i dispositivi per la sanificazione e l’igiene personale, un obbligo a cui nessuno si deve sottrarre, staremmo tranquilli e contenti.

Ovviamente chi se lo può permettere continua a pagare come ha sempre fatto, alcuni criteri vanno stabiliti. In più si potrebbe istiutire una rotazione mattina – pomeriggio per consentire a tutti di godere del mare e del sole che, e questo lo sottolineo, non è solo un passatempo ma per tutti è una vera propria terapia medica, fisica e mentale.

E’ inutile che ci appelliamo al buon senso, alle coscienze, all’auto – disciplina, al volontariato. Serve ordine perchè se parlassi per me direi fate quello che volete, ma qui ci porteremo i nostri figli al mare e ci devono andare, come tutti d’altronde, in tranquillità. Richiamarci all’autocontrollo è una utopia, sappiamo benissimo l’esito quale sarebbe, litigi, maleducazione, pretesa di usufruire degli spazi da mattina a sera, col risultato di una chiusura repentina dell’arenile da parte delle autorità. E farebbero bene.

Logicamente i titolari degli stabilimenti balneari dovrebbero essere foraggiati, incentivati dal Comune per il lavoro svolto, perchè si tratterebbe di un aggravio oltre quelli che arriveranno dalle nuove leggi in materia a seguito della pandemia.

Quest’anno per andare al mare dobbiamo fare i sacrifici, altrimenti i nostri bambini li teniamo a casa. Qualcuno dirà:” A nuie che c’ n’ fott’ re criature, vé tnit’ a cas'”. Però se a voi dovesse capitare qualcosa in futuro diremmo come voi:” A nuie nuie che c’ n’ fott'”. Amen.

Questa rimane una idea, una semplice ipotesi, altre ne verranno e saranno altri a decidere per noi, comunque dopo due mesi di “prigionia” sono fiducioso sulla collaborazione reciproca perchè tutti desideriamo evadere mentalmente da questo incubo, e ripettandoci gli uni gli altri, sapremo dare questa ennesima dimostrazione a noi stessi.

A me ciò che preoccupa di più è la politica che potrebbe decidere di non decidere, questo è il pericolo più grande.

p.s. Da fuori non deve venire nessuno che non abbia fatto tamponi e profilassi varie, se no meglio la spiaggia chiusa. Se andiamo solo noi di Minori,meglio ancora.