Ciao Roberto


Roberto Di Martino non ce l’ha fatta. Una notizia più brutta di questa non poteva arrivare dopo lunghi giorni in cui tutti ci siamo stretti in preghiera auspicando un finale diverso. Così non è stato ed oggi è difficile compiere le azioni quotidiane senza pensare a quel ragazzone e trattenere le lacrime.

Come un rituale tutte le mattine quel furgone che si fermava di fronte al negozio con Roberto alla guida che salutava:” We, Angiolè” e, dopo aver fatto salire Mattia, ripartiva per andare al cantiere.
Poi il malore, nessuno voleva credere che fosse capitato proprio a Roberto. Buono, forte, tanto religioso e collaborativo di tante iniziative della sua Maiori, in primis come portatore di Santa Maria a mare.

Lo conobbi tanti anni fa durante le frequenti salite sul monte Falesio, casa della Madonna Avvocata, dove Roberto c’era sempre e con altri amici prestava la sua opera per la manutenzione ed il recupero del luogo sacro.
Da allora ogni quando lo incontravo la domanda era sempre quella:” Quann’amma sagliere ncopp’ Avvucata?”.

Sono stati giorni brutti questi ultimi, a chiedere agli amici come stesse, annunci di speranza seguiti da quelli più pessimisti.

Due domeniche fa, di primo mattino, incontrai Alessio Pisani, molto amico di Roberto con il quale condivide da anni l’esperienza del Carnevale, gli chiesi dove andasse a quell’ora e lui mi rispose che andavano al Santuario della Madonna Avvocata con una decina di amici. Ci guardammo senza pronunciare altro, la motivazione era fin troppo chiara.
Nello stesso giorno noi andavamo alla festa a San Nicola e credo che pur scalando montagne diverse siamo stati uniti in una sola preghiera per chiedere un miracolo.

Adesso Roberto andrà tra le braccia della Madonna che tanto ha amato mentre qui non ci capacitiamo per la sua partenza prematura. Solo la fede e la consapevolezza che questa è la vita può aiutare a darsi una spiegazione a tanto dolore.

Ciao Roberto!!!

San Nicola ed i suoi “angeli”

Domenica si è celebrata la festa presso il Convento di San Nicola dopo il rinvio per pioggia del primo maggio e ringraziamo il Signore che ha regalato una giornata bella e propizia per raggiungere il luogo sacro.

I festeggiamenti dei Santi che richiedono un pellegrinaggio faticoso, con la risalita di pendii come nel caso di San Nicola o per l’Avvocata, sono quelli più pregni di fede ed emozioni che a parole non si possono spiegare ma per capire bisogna viverli in prima persona.

Domenica scorsa non c’era la presenza di tanta gente, anzi ce n’era davvero poca rispetto al solito ma è proprio in questi momenti che aumenta la collaborazione e l’aggregazione dei presenti affinchè l’evento vada per il meglio e sia gradito al Santo.

E San Nicola ha di che essere felice perchè nel suo nome tutto ha avuto luogo.

Uno dei suoi “angioletti” è stato il piccolo Gennaro Florio il quale ha stupito tutti suonando la pianola e cantando, dando i sottofondi durante il rito sacro. Lui che non studia nè musica e nè pianoforte, spinto dalla volontà e dalla forte devozione, ha imparato da se e mai come in questa giornata è stato fondamentale per dare solennità alla funzione, celebrata da Padre Marcus. Grande Gennarino.

E poi Gaetano Nuschese che è passato dall’inchiodare tavole per preparare l’area esterna al servire la Messa come un consumato chierichetto, con gli abiti da lavoro, passando dal dondolare l’incensiere al piattino della Comunione. Una scena di una genuinità unica che merita tutta la stima e l’ammirazione per l’impegno e la dedizione.

Come non citare Alfonso Di Lieto e la sua figlioletta saliti appositamente per suonare zampogna e ciaramella durante la processione nel sentiero dei castagni, facendo sì che i presenti potessero intonare il solito ritornello, più urlato che cantato, “Evviva San Nicola e chi lo creò”.

E poteva mancare la tammurriata? Quest’anno è stata a rischio perchè non si vedevano arrivare i suonatori dei canti popolari. Per fortuna uno dei cantori storici, Antonio Abbate da Tramonti, è giunto con la tammorra in spalla ed insieme al minorese Pasquale D’Amato, giovane dotato di voce possente e conoscitore di tanti canti antichi della tradizione contadina, hanno regalato quel frangente musicale che dà il valore aggiunto a questa festa.

Infine i bambini, i veri angioletti di San Nicola, quelli ai quali di notte metteva i regali sulle finestre, soprattutto ai poveri, divenendo quello che per tutti oggi è Babbo Natale.

Ce n’erano diversi di bimbi che approfittando del tanto spazio a disposizione si sono divertiti a più non posso e si sono anche fatti sentire. Il vocio dei fanciulli è riecheggiato nella natura come il cinguettio degli uccelli. Una bambina, Benedetta, ha finanche festeggiato il compleanno, con tanto di torta e candeline, coinvolgendo tutti i presenti, come una unica famiglia.

I piccoli devono essere il punto di partenza, a loro bisogna trasmettere le tradizioni per farle tramandare ai posteri e non farle estinguere.

Questo 7 maggio è stato davvero un giorno suggestivo e carico di emozioni. Evviva San Nicola!!!